Negli ultimi anni sono sempre di più coloro che prediligono la cucina asiatica a quella tradizionale mediterranea. Il fascino e il gusto delle pietanze che arrivano dall’Oriente stanno conquistando molte persone, che non vedono l’ora di assaporare i prelibatissimi piatti di pesce, i cibi arricchiti dall’immancabile aceto balsamico o magari i sempre apprezzati spaghetti cinesi e giapponesi. Tuttavia, la tradizione mediterranea non ha perso il suo “appeal”, anzi: la cucina nostrana è ancora molto amata, e continua ad essere considerata una delle migliori al mondo. Ecco perché in molti vanno alla ricerca di qualcosa che possa unire entrambe le scuole di pensiero, riuscendo a regalare dei piatti dal sapore davvero ineguagliabile.
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Amami, il progetto che unisce la tradizione mediterranea all’Oriente
Dall’idea ai fatti. Nella splendida cornice di Roma, a poca distanza dalle Mura Aureliane, ha aperto un locale che sembra proprio voler raggiungere questo ambizioso obiettivo: stiamo parlando di “Amami”, inaugurato da poco in Via Gorizia 21. Il “pay-off” di questa nuova cucina è “Oasi of Taste”, ad indicare proprio la determinazione nella ricerca della perfezione stilistica e sensoriale, senza però perdere di vista la giusta dose di equilibrio. Amami è il luogo dove l’Oriente e l’Occidente si incontrano, dando vita a quel trionfo di sapori, esaltati anche dai contrasti. Il nome scelto ricorda molto il sapore “Umami”, che è probabilmente il fattore principale di un menù caratterizzato specialmente da incantevoli piatti di pesce.
L’unione di due culture così diverse anche dal punto di vista culinario ha come “motore” la fantasia e l’ambizione di due giovani. Simone Rosini, professionista con alle spalle un’esperienza ormai lunga due decenni, ha trovato un perfetto complice in Mattia Recchi, 23 anni, che ha condiviso con lui la voglia di tentare questa avventura così stimolante. Per far sì che il loro progetto fosse in grado di aspirare ad un livello qualitativo molto alto, Mattia e Simone hanno scelto un vero e proprio “numero 10” della cucina, un campionissimo, un fuoriclasse vissuto in Oriente. Il resident chef di Amami è nientemeno che Riccardo Fanucci, professionista che può mettere in campo un’eccezionale esperienza accumulata in molte zone del mondo.
L’idea di mettere insieme la tradizione mediterranea con la cucina indiana, giapponese e cinese ha pienamente convinto Fanucci, che ha messo a disposizione tutta la sua competenza seguendo passo dopo passo il progetto di Amami, fornendo consigli preziosi anche sulla progettazione della cucina. Fanucci, che è anche docente di Gambero Rosso e insegnante per Campus Etoile Academy, ha tenuto a precisare che la sua tecnica consiste nel non esasperare la materia prima, ma piuttosto nel cercare di esaltarla. L’esito di questo “brainstorming” sembra decisamente positivo: i clienti possono infatti scegliere tra piatti che presentano caratteristiche tipiche della cucina di casa nostra, ma arricchite e impreziosite da dettagli orientali che non fanno che elevarne il gusto con equilibrio e armonia.
Amami, grande qualità anche nei dolci
Tra le pietanze più ricercate, va certamente menzionato il gamberone farcito con salsiccia e curcuma e il sashimi di tonno marinato con gin e barbabietola. Tra i secondi, sta ottenendo molto riscontro il black cod, ovvero l’alter ego marino della carne wagyu: la qualità garantita da Amami è veramente eccelsa. Anche i dolci non sono da meno: basti pensare allo strepitoso Amami ai 3 cioccolati con croccante di caramello salato alle arachidi, un irresistibile mix di sapori che manda letteralmente in estasi. Mattia Recchi e Simone Rosini non hanno intenzione di lasciare nulla al caso, e lo si vede anche con i cocktail, affidati a Francesco De Nicola, fresco vincitore della finale nazionale Bacardi Legacy 2019: un bar manager che non ha bisogno di presentazioni