La base “neutra”, che rende possibili differenti combinazioni di sapori e di aromi, e la consistenza mano mano più cremosa ne fanno uno dei piatti più graditi in assoluto. Parliamo della pasta, che sebbene “concepita” abitualmente nell’immaginario collettivo come quella di semola di grano duro, risulta in realtà disponibile in numerose varietà. Come quella integrale, ad esempio, o quella realizzata con altri cereali. Ed è proprio quest’ultima la tipologia oggetto della nostra trattazione. Nella fattispecie la pasta di kamut, il cui ingrediente base è costituito dal grano khorasan, un particolare cereale coltivato originariamente in Iran e poi diffusosi in diverse aree dell’Europa del sud: dall’aspetto simile a quello del tradizionale grano, ma caratterizzato da chicchi grandi circa il doppio.
In questa sede ci occuperemo, nello specifico, dei fusilli di kamut e delle sue diverse realizzazioni tra i fornelli. Prima di entrare nel vivo della tematica, è bene però fare una precisazione: la parola kamut indica un marchio registrato da una società statunitense del Montana, sebbene essa sia comunemente adoperata per indicare questo tipo di grano.
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Perché sceglierla?
Coltivato secondo il metodo biologico, il kamut è apprezzato per i suoi valori nutrizionali e il gradevole sapore dolce di nocciola, nonché per l’elevata digeribilità, che lo rende ideale per l’alimentazione dei bambini e per le diete salutiste. Molto energetico, è ricco di proteine, fibre, sali minerali, come magnesio e selenio, e di numerose vitamine come quelle del gruppo B e gruppo E. Sostanze, tutte, di aiuto nel metabolismo e nel mantenimento delle normali funzioni cognitive, ed anche nel contrastare lo stress ossidativo. Il considerevole contenuto di fibre poi, in particolare, tiene sotto controllo i livelli di glucosio nel sangue, con un conseguente senso di sazietà percepito per più tempo.
Fedele alleata per gli sportivi e per coloro i quali seguono una dieta vegetariana o vegana, la pasta di kamut si profila anche una valida alternativa in presenza di una leggera intolleranza al grano duro. Non è però indicata per i soggetti celiaci perché contiene glutine. Un altro aspetto positivo di questa tipologia di pasta è poi rappresentato dalla sua versatilità, alla stregua di quella “classica”, potendo dunque cucinarsi con l’uso di diversi ingredienti dando vita a prelibate pietanze. Come vedremo nel dettaglio qui di seguito.
Come cucinarla
Dai modi e tempi di cottura analoghi a quelli della pasta tradizionale, la pasta di kamut ben si presta a qualunque preparazione, abbinandosi ai legumi ed alle verdure, oppure sposandosi con deliziosi condimenti e sughi. Un certo formato, ovviamente, può essere maggiormente adatto di un altro per la realizzazione di un dato piatto: i fusilli di kamut, nel caso in questione, grazie alla consistenza ruvida e porosa della pasta sono perfetti per gli intingoli “corposi”.
Suggeriamo allora qui, nello specifico, la ricetta fusilli di kamut alla norma, ricetta che “segue” quella “tipica” della pasta con semola di grano duro – ma sono previste anche versioni più “leggere” – e che vede le sue radici in Sicilia, a Catania, ove “nacque” come omaggio all’opera del rinomato compositore Vincenzo Bellini, Norma appunto. Un primo piatto squisito, condito con sugo di pomodoro fresco e melanzane tagliate a fette e fritte, dopo essere state cosparse di sale e lasciate spurgare per almeno 15 minuti. Senza dimenticare gli spicchi d’aglio, le foglie di basilico ed un’abbondante spruzzata di ricotta salata di pecora, grattugiata direttamente sui piatti.
Non resta dunque che gustare quella che è un’autentica bontà… buon appetito