Le colline del Monferrato custodiscono un vitigno che reca con sé tutta la tradizione e le caratteristiche di questa terra: il Grignolino. Il suo nome è di antica origine, deriva probabilmente dal termine dialettale “grignola” con cui si indicavano i numerosi vinaccioli (i semi) contenuti negli acini.
Da secoli prodotto nei vigneti della provincia di Alessandria e Asti, la prima testimonianza scritta di questo vino risale al XVIII secolo ma è certo che sia di più antica origine.
Tradizionalmente considerato un vinonobile ed elegante, riservato alle tavole delle famigliearistocratiche, nel corso del tempo è diventato un vino del popolo: rompe qualsiasi catalogazione stagna, ora si è a tutti gli effetti affermato come un prodottodinicchia, apprezzato da chi cerca un sorso che racchiuda uno scorcio di storialocale.
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Il segreto del Grignolino: la sua terra d’origine
Il terroir d’origine è il segreto di questo vino: le condizioniambientali e geografiche sono imprescindibili per ottenere un Grignolino DOC.
I suoi vitigni sorgono sul sistema collinare del Monferratocasalese, collocati a quasi 300 metri di altitudine su un suolo fatto di marne bianche e dure, povere di nutrienti. È proprio questa la forza di questo vino: il suolocalcareo e alcalino, battuto dai venti provenienti dalle Alpi e dal mare, conferisce al vitigno una complessità di profumi rara. Per questo il prezzo del Grignolino del Monferrato Casalese ha un range che varia dai 10euro fino ai 17, toccando i 40 per le annate più pregiate.
Oltre la raccolta: la maturazione e la degustazione
Dopo la raccolta, la sua maturazione procede per sei mesi in serbatoi d’acciaio che contribuiscono a creare un vino iconico per profumi e sentori.
Il Grignolino, al naso, risalta per le sue notefresche e fruttate, in cui emergono i sentori di rosa e peonia che si mescolano a quelli di piccolifruttirossi come ciliegia e lampone. E, dulcis in fundo, una leggeraspeziatura con note di pepebianco e timoselvatico, che aggiungono un tocco di profondità.
All’occhio, risalta il suo colorerossorubino chiaro che, con l’invecchiamento, guadagna riflessigranata e tende all’arancione.
Ma dietro al suo colore delicato, si cela una grandepersonalità e un caratteredeciso: in bocca, il Grignolino risulta asciutto, fresco e con una spiccataacidità. La strutturatannica non sovrasta mai e il finale è lungo, con una caratteristica notaamarognola che richiama il sentore di mandorla. È un vino che invita continuamente al sorso, soprattutto in situazioni di convivialità con amici e familiari.
Come dice DonatoLanati, fondatore di uno dei più importanti centri di ricerca applicata ai vigneti, il Grignolino è “un vino anarchico e scorbutico, il più bianco tra i vini rossi e più rosso dei vini bianchi”. Può non avere un carattereinternazionale ma si apre a tutti coloro che si approcciano con curiosità alla terra monferrina.
Per la cucina tradizionale e quella moderna
Con una gradazione alcolica compresa tra gli 11% e i 13%, il Grignolino si sposa perfettamente con i piatti della tradizionepiemontese: dalla bagnacauda, fino agli agnolottidelplin, i risotti, i tagliolini e la carnerossa.
Ma anche con primipiatti di verdure e secondi di carnerossa e bianca, selvaggina, pescesottosale e formaggimorbidi non troppo stagionati, come la toma piemontese, il provolone o il Montasio.
E chi l’ha detto che non può abbinarsi ai piatti delle cucine più moderne: è consigliato in accompagnamento a insalata di quinoa con verduregrigliate, lasagnevegetariane, quichediverdure e, perché no, un piattodisushi.
Insomma, se ancora non si è convinti, il Grignolino del Monferrato Casalese DOC non è sicuramente per tutti i palati, sfugge qualsiasi convenzionalità legata al mondo enologico ma sa donare un assaggio della complessità di un territorio ancora dascoprire come quello monferrino.